Le lingue minoritarie

Che cosa sono le lingue minoritarie

Le principali lingue minoritarie parlate nell’Unione Europea

L’Unione Europea è una delle realtà linguisticamente più complesse del pianeta: ha 24 lingue ufficiali, tre alfabeti (latino, greco, cirillico) e circa altre 60 lingue parlate quotidianamente dai suoi cittadini. Si calcola, infatti, che ben 55 milioni di cittadini dell’Unione usino regolarmente una lingua regionale o minoritaria.

 

Per lingue minoritarie o regionali si intendono le lingue diverse dalla lingua ufficiale dello Stato, usate tradizionalmente dai cittadini che formano un gruppo

numericamente inferiore al resto della popolazione dello Stato, insediati in determinate aree.

La lingua è uno degli elementi essenziali dell’identità di un popolo; la perdita di una lingua è il primo passo verso l’assimilazione di una minoranza e per la perdita

della sua identità.

L’immagine riproduce il logo scelto dal Consiglio d’Europa per la celebrazione annuale della Giornata Europea delle Lingue (EDL) e della diversità linguistica.

Il rispetto per la diversità linguistica e culturale rappresenta uno degli impegni fondamentali dell’Unione Europea.

Tale principio è sancito dall’articolo 22 della Carta dei Diritti Fondamentali, secondo il quale “l’Unione rispetta la diversità culturale, religiosa e linguistica”.

In virtù di tale principio l’Unione Europea non solo ha adottato 24 lingue ufficiali, ma sostiene attivamente progetti e iniziative per salvaguardare e promuovere le lingue regionali e minoritarie d’Europa. Tra questi progetti rientrano: l’insegnamento di tali lingue nei programmi scolastici, dalla scuola dell’infanzia fino all’università e il loro utilizzo nei mezzi di comunicazione di massa (stampa, radio e televisioni locali, web), nelle imprese pubbliche (ospedali, amministrazioni, ministeri, ecc.), nei tribunali, nella vita economica e sociale.

 

La Carta Europea delle Lingue Regionali o Minoritarie (ECRML)

Tali iniziative recepiscono lo spirito e le indicazioni della Carta Europea delle Lingue Regionali o Minoritarie, elaborata nel 1992 dal Consiglio d’Europa (l’organizzazione per la tutela della democrazia e dei diritti umani, che riunisce i Paesi europei e caucasici) ed entrata in vigore nel 1998.

Poiché una lingua minoritaria sopravvive solo se viene utilizzata in ogni sfera della vita quotidiana, la Carta prevede l’obbligo per gli Stati che l’hanno ratificata (attualmente sono poco più di 20) di promuoverne l’uso in tutti i settori della vita pubblica.

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